critica
Giornale di Brescia, 16.3.2010. Meditazioni in musica per la Quaresima (Consulta Parrocchiale di S.Agata in “Lettere al direttore”)
Vogliamo esprimere la nostra soddisfazione per come la gente sta rispondendo al ciclo di concerti/meditazione sulla Passione di Cristo, in svolgimento nei pomeriggi delle domeniche di Quaresima nella nostra bellissima Sant’Agata che, come non è superfluo sottolineare, vogliono essere un importante momento di preghiera e di approfondimento della Fede, coadiuvato dalla grande Musica. Anche il secondo appuntamento, intitolato «Mysterium Passionis» (dal Gregoriano alla Polifonia contemporanea), tenutosi domenica 7 marzo e affidato alla bravura del Coro Polifonico Luca Marenzio di Darfo Boario diretto da Don Alberto Donini (senza dimenticare l’eccellente solista Manuel Scalmati), è stato un grande successo e ancora una volta la Chiesa era pienissima oltre le più rosee aspettative. […].
L’Eco di Bergamo, 8.12.2009. “Gleno” il nuovo album del Bepi dedicato alle vittime della diga (di Andrea Benigni)
L’ultima preghiera di un vecchio. Sotto la diga della vergogna. L’ultima invocazione […] preceduto dal suono del torrente e dal violoncello di Flavio Bombardieri […] il canto solenne del Coro Luca Marenzio di Darfo apre e chiude in latino […] la canzone Gleno […].
BresciaOggi, 11.10.2008. Il “Luca Marenzio” torna alla Pieve di San Siro. La corale di Darfo celebra i 40 anni (di ?)
Le musiche di Giovanni Pierluigi da Palestrina insieme a quelle di Domenico Bartolucci, Giancarlo Facchinetti e ancora di Bach, Bruckner, Brahms, Poulenc, Kodàly, Jäggi e Bettinelli riecheggiano solenni alla Pieve di San Siro di Capodiponte per il concerto del Coro polifonico “Luca Marenzio” di Darfo. L’occasione è data dal fatto che, proprio nell’autunno del 1968, il Coro polifonico allora diretto dal maestro fondatore Lino Chiminelli si presentava per la prima volta al pubblico, proprio sotto le preziose volte della Pieve di San Siro.
Il successo, in quella occasione, fu assoluto e netta fu anche la sensazione di essere in presenza «di una proposta nuova, ambiziosa e di alto livello». Una previsione azzeccata: in pochi anni l’impressione di quella serata venne confermata dai prestigiosi risultati conseguiti in concorsi nazionali e internazionali tanto che alcuni importanti musicisti bresciani proposero al coro di assumere il nome di Luca Marenzio assumendo così di fatto la rappresentanza della musica corale bresciana. […]
Giornale di Brescia, 20.11.2003. Le 35 candeline del coro polifonico “Luca Marenzio” (di Sergio Gabossi)
Canta che ti passa, recita un famoso detto popolare. C’è chi queste parole le ha prese sul serio e ormai da trentacinque anni calca i palcoscenici internazionali collezionando applausi e successi ad ogni esibizione. Si tratta del Coro Polifonico “Luca Marenzio” di Darfo, che quest’anno spegne le trentacinque candeline […] Poi, negli anni a venire le brillanti esibizioni come al Festival Internazionale di Pordenone, mentre la critica musicale scopre e apprezza questo coro poco conosciuto ma con potenzialità straordinarie. […] si comincia a girare l’Europa, dalla Francia, alla Germania, alla Grecia, senza però mai trascurare le radici bresciane. Ad oggi i concerti nei teatri e negli auditorium non si contano più . «Per la musica non si fa mai abbastanza» esordisce il Maestro Gatta «Il nostro scopo è quello di far innamorare della musica più gente possibile». A tal proposito è appena partito il Laboratorio Corale, un’iniziativa rivolta soprattutto ai giovani che vogliono provare questa nuova avventura. […]
Giornale di Brescia, 1.5.2002. Coro Marenzio, preziosità a cappella (di Fulvia Conter)
[...] Nei giorni scorsi il Coro Polifonico Luca Marenzio ha proposto un concerto spirituale nel Duomo Vecchio. Gatta [...] si sta impegnando a riportare la compagine all’altezza qualitativa che la rese famosa. Bisogna dire che ci sta riuscendo, grazie alla scelta di un repertorio sacro e profano che si arricchisce di brani anche contemporanei poco conosciuti, a un’evidente cura delle emissioni, della fusione delle parti e dell’intonazione. Il Coro ha offerto un programma particolarmente bello. [...] Alla fine un lunghissimo, meritato applauso al Coro Marenzio e al suo bravo direttore.
Brescia Musica, 12/2001. Come dare linfa a un coro (di Carlo Bianchi)
[...] Per il Coro Polifonico “Luca Marenzio” di Darfo il recente, ottimo piazzamento al concorso In…canto sul Garda, IV Concorso Corale Internazionale di Musica Sacra e Profana di Riva del Garda, costituisce sicuramente, in ragione della sua eccezionalità, un riconoscimento di particolare significato. La giuria del Concorso, formata da cinque esperti di varie nazioni – Gene Brooks, Eskil Hemberg, Byung-Moo Yoo, Giovanni Acciai e Orlando Dipiazza -, ha assegnato al Coro diretto da Francesco Gatta un Diploma d’argento che ne premia la vocalità “latina”, cioè una impostazione vocale meno standardizzata fra le varie parti, rispetto alla maggior parte dei cori partecipanti, ma in compenso più calda, in grado di portare a risultati espressivi, a “colori”, più vari e accentuati, anche grazie ad un parziale e oculato uso del vibrato e della “messa di voce”.
BresciaOggi, 14.11.2001. Diploma d’argento per il Coro polifonico (Milla Prandelli)
Il Coro Polifonico “Luca Marenzio” sembra essere tornato agli antichi splendori. Le voci camune, infatti, [...] sono tornate ad ottenere i successi di un tempo. Il Coro diretto dal maestro Francesco Gatta, infatti, ha partecipato al quarto concorso internazionale In…canto sul Garda come unico italiano fra i partecipanti alla categoria “Musica religiosa, cori misti”. Qui i camuni hanno ottenuto il Diploma d’argento di settimo livello, sui dieci possibili con un importante riconoscimento da parte della giuria che ha definito il Coro darfense il migliore fra i quattro presenti nella rassegna.
Giornale di Brescia, 8.11.2001. Imparare la musica con il canto (rag.)
[...] Nei giorni scorsi il Coro polifonico diretto dal maestro Gatta ha partecipato con successo al quarto Concorso internazionale In…canto sul Garda che si è svolto a Riva del Garda. Quello camuno è stato l’unico coro italiano ad esibirsi nella categoria “Musica religiosa, cori misti”, ottenendo un prestigioso riconoscimento: il Diploma d’Argento – VII livello.
Giornale di Brescia, 20.4.2000. L’anelito religioso si fa musica (di Fulvia Conter)
Pubblico numeroso e scroscianti applausi martedì nella chiesa di S. Maria in Silva per il concerto corale e organistico che ha chiuso gli incontri Sguardi sulla musica bresciana. [...] Il concerto era sostenuto dal Coro polifonico “Marenzio” di Darfo guidato con sicurezza da Francesco Gatta, coro che ha dato il meglio di sé nello Stabat Mater di Tonelli, nell’Ave Maria di Manenti, nello studiatissimo mottetto di Facchinetti, difficile, oltre che nello splendido Benedicam Dominum del Lotti.
BresciaOggi, 20.4.2000. Piccola galleria di autori bresciani, (Luigi Fertonani)
[...] Non è dunque un caso che il piccolo ma delizioso tempio bresciano fosse affollatissimo, per ascoltare il coro polifonico “Luca Marenzio” di Darfo Boario Terme diretto da Francesco Gatta e accompagnato all’organo da Oscar Bini. [...] L’“omaggio bresciano” ha giocato sicuramente le sue carte migliori nella serie di Mottetti polifonici che hanno costellato la serata, dal Bonus pastor di Isidoro Capitanio allo splendido (e applauditissimo) Stabat Mater di Giulio Tonelli. [...] Occorre dire che la lunga e complessa prova è stata tutta di particolare valore. E gli applausi, alla fine, non sono certo mancati.
BresciAIDO anno XVII n. 35 dicembre 1999. Un concerto nella chiesa di S. Agata. Il Coro “Luca Marenzio” per l’AIDO
È diffusa consuetudine dare inizio a Convegni e Incontri di richiamo culturale e sociale con inviti a serate musicali.
Anche l’AlDO di Brescia ha aperto le due iniziative di sabato 23 e domenica 24 ottobre u.s. invitando i soci e la cittadinanza ad un concerto, affidato al coro “Luca Marenzio” di Darfo, diretto da Francesco Gatta, nella splendida chiesa di Sant’Agata.
Questa consuetudine a qualcuno forse può sembrare un po’ “salottiera”, poco capace di rivelare un legame autentico con i contenuti che sostanziano i programmi che animano le giornate successive. Ma proprio per evitare questo rischio l’Aido bresciano ha rivolto l’invito a un complesso corale che ha, notoriamente, uno dei suoi punti di forza in una programmazione dove ha largo spazio la musica sacra. Pur cercando di dirlo nel modo il meno enfatico possibile, non c’è dubbio che l’AlDO, statutariamente, si occupa di cose e di problemi, che toccano le soglie del sacro , se “sacro” è da ritenersi ciò che attiene ai confini misteriosi che corrono tra la vita e la morte. Per questo è sembrato opportunamente proponibile un concerto costruito con musiche di intensa interiore espressività, nate su testi di suggestiva forza meditativa.
E bastava dare una rapida scorsa al programma pro proposto per avvertire la presenza di queste emozioni: dalla celeberrima melodia antica (si diffuse alla fine del cinquecento) eppure sempre nuova del O mia anima gioisci, a Palestrina, Antonio Lotti, Pergolesi, Bach, Mendelssohn, Schubert, Arcadelt, fino ai modernissimi Arvo Pärt e Javier Busto (si può ben dire che il “sacro” corre lungo i secoli). La folta presenza di pubblico, che ha riempito, nonostante la sfortunata coincidenza con altre iniziative musicali di forte richiamo in città, la chiesa di Sant’Agata, ha ben testimoniato, riteniamo, che in molti hanno compreso il senso della proposta.
Dobbiamo ringraziare il coro “Luca Marenzio” e il suo direttore, che, oltre ad aver accettato l ‘invito di offrirci una serata di alto livello, quale è nella robusta tradizione di questo complesso, ha programmato una serie di pagine musicali che ben rispondevano a quel che l’AlDO si era proposto. Pagine musicali il cui fascino, anche grazie alla raffinata sicurezza della interpretazione, è stato avvertito dal pubblico in sala, che vi ha risposto con un crescendo di applausi. Non trascurabile, per l’eccellenza del risultato, anche la lettura delle introduzioni esplicative, che hanno efficacemente contribuito a comprendere la musica e i testi, lettura affidata alla voce di Mirella Frassine.
Giornale di Brescia, 3.4.1995. Grande fascino di Mozart (Marco Bizzarini)
[...] All’origine di questo successo c’è senz’altro [...] la suggestione di ascoltare un’orchestra e un coro – l’ensemble “Vox Aurae” ed il Coro “Luca Marenzio” – che costituiscono una valida e sempre più apprezzata espressione all’interno del panorama concertistico bresciano. [...] Ben preparato da Luigi Marzola, il Coro “Luca Marenzio” ha sostenuto con esperienza e sicurezza le splendide pagine del Requiem di Mozart. [...]
BresciaOggi, 3.4.1995. S.Francesco affollatissima per la serata tutta Mozart (Luigi Fertonani)
[...] È dunque con viva soddisfazione che ci siamo ritrovati alla fine ad applaudire un livello tecnico di tutto rispetto [...] del Coro “Luca Marenzio” guidato da Luigi Marzola [...]. Il tutto è risultato molto scorrevole. La serata non ha avuto momenti di calo neppure nella lunga ultima parte del Requiem [...] e il pubblico bresciano è rimasto vivamente impressionato non solo dalla bellezza della musica, ma anche dalla serietà con cui il programma è stato affrontato. Dieci minuti buoni di applausi hanno coronato questo concerto di musica sacra in San Francesco, una serata per più aspetti memorabile. [...]
Giornale di Brescia, 22.12 1987. Augurio di pace affidato alla Musica (di f.i.)
I due maggiori sodalizi della vita musicale bresciana in campo orchestrale e corale hanno accolto, con spirito perfettamente consono alle finalità dell’Iniziativa, l’invito rivolto dalla Caritas: l’Orchestra da camera del Festival pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo ed il coro “Luca Marenzio” di Darfo si sono così trovati fianco a fianco domenica nella Basilica delle Grazie per un concerto nell’ambito delle iniziative diocesane per la pace nel mondo.
[…] Nella severità polifonica mai disgiunta dalla strenua ricerca di una suprema eufonia del Magnificat di Palestrina, così come nel tratti di superba fantasia madrigalistica del brano di Marenzio (Hodie Christus natus est, ndr.) ebbe modo di rifulgere la bravura e l’impeccabilità del coro “Luca Marenzlo”: unità d’intenti e di suoni sotto la direzione di un musicista vero e forte, quale Chiminelli, restituirono al Palestrina (splendida l’esecuzione del Magnificat) ed al Marenzio la loro cifra stilistica più vera, che attinge pur sempre alla fonte del canto più puro.
[…] Il fascino e la vera bellezza delle due composizioni di Vivaldi (Beatus Vir e Gloria […]) uscirono integri da una esecuzione vigorosa e priva di orpelli, sempre pronta all’abbandono intimistico quanto alla delineazione esatta delle trame polifoniche [...].
Successo vibrante della bella serata di musica: un pubblico davvero strabocchevole gremiva la Basilica delle Grazie (le navate laterali erano stipate di gente In piedi) e seppe rispondere con entusiasmo alle esecuzioni di coro, orchestra, solisti e direttori, […].
Hildesheimer Allgemeine Zeitung, 25.4.1983. Virtuosi dei suoni leggeri e lievi. Il coro italiano ospite del Coro del Duomo di Hildesheim (di Eckhard Albrecht)
Sabato sera al concerto del Coro Polifonico Luca Marenzio di Darfo Boario Terme – Italia – si è potuto vivere e notare come può essere superlativo un canto corale a cappella, se eseguito da voci belle sotto una direzione magistrale e competente; a tutto ciò si aggiunge una cornice esterna meravigliosa, poiché coinvolti da una direzione musicale particolarissima.
Molti ascoltatori si sono ritrovati nella Chiesa di S. Croce che è stata fonte di gioia sia per l’ascolto musicale che per la piacevole architettura. Le voci dei tenori emergevano, sia con l’entrata del mottetto Super flumina Babylonis così come con la seguente Missa brevis di Palestrina, tali da “poter coprire gli squilli delle trombe di Gerico”, le altre voci, sono state abilmente sfumate per poter mettere in evidenza la loro melodia. Tale abilità ha meravigliato soprattutto durante l’esecuzione del brano conclusivo della 1.a parte: Alleluja dell’americano Thompson, dove, nel punto centrale, è sbocciata la pienezza di suono dei soprani.
Il momento delle voci femminili è stato segnato con l’inizio della 2.a parte; nei mottetti per coro femminile di Paribeni, Zanchetti, Caplet e Verdi (per ultimo Laudi alla Vergine Maria) hanno dimostrato notevole affiatamento ed omogeneità dei suoni. Meraviglioso è risultato un piccolo passaggio ad una sola voce nel Sanctus di Caplet, dove le coriste hanno fatto rivivere lo spirito dei cori gregoriani.
I differenti mottetti di Bruckner, Locus iste, Os justi e Ave Maria, sono stati un punto centrale della serata; qui si sono pienamente espresse tutte le sfumature dell’ideale romantico, il suono è sempre rimasto omogeneo, sia nel forte-fortissimo, che nel piano-pianissimo.
Nel “forte” altri cori possono offrire qualche cosa – un esempio può essere il coro del Duomo di Hildesheim, che esprime il meglio di se stesso con le sonorità piene – ma un pianissimo cantato così bene come quello di sabato sera, non si era ancora sentito qui.
Come si possa raggiungere un’armonia molto sostenuta in toni così delicati, resta probabilmente il segreto dell’insigne direttore del coro Lino Chiminelli, il quale ha incantato gli ascoltatori con l’ultimo brano in programma Canto alla sera di Kodaly, risultato quasi celestiale.
Molti complimenti sono sfociati, addirittura , in entusiastici applausi: meglio di così non si poteva fare, quale meritato compenso per il duro lavoro e la grande fatica degli ospiti italiani e del loro distinto maestro.
Giornale di Brescia, 22.12.1982. Raffinata polifonia per la Gioventù musicale (di ?)
[...] il Coro Luca Marenzio, noto per l’appassionante preparazione, lo scelto livello qualitativo delle voci, l’accurata selezione delle musiche da eseguire; si è parlato tante volte in termini elogiativi sia del Coro che del suo fervido e bravo direttore M.o Chiminelli e per questa esibizione non si può che confermare l’opinione già espressa [...].
Le Provençal (Marsiglia), 29.5.1982.
[...] ma il canto meridionale, il canto mediterraneo è evidentemente un’altra cosa, il che ha provato magistralmente il Coro “Luca Marenzio”. Le voci femminili sono particolarmente avvincenti. La corale mista ha offerto un canto profondamente vivo, leggero, riccamente sfumato con sottili inflessioni [...].
Il Resto del Carlino, 12.9. 1978. Le ugole d’oro della “Marenzio” (di Umberto Suprani)
La corale “Luca Marenzio” di Darfo Boario è passata anche quest’anno da dominatrice sul Concorso nazionale polifonico “Città di Ravenna”, svoltosi sabato e domenica al teatro Alighieri. I cantori diretti dal maestro Lino Chiminelli si sono aggiudicati il primo posto nei “misti” e nei “femminili”, ripetendo l’exploit del ’73 (nei “misti”) e del ’75 (“misti” e “femminili”).
E’ stato un verdetto ineccepibile quello stilato dalla giuria presieduta dal maestro Nino Antonellini e composta dai maestri Gabbiani, Goitre, Ciceri e Zecchi: il complesso dell’Alto bresciano (in maggioranza giovani e giovanissimi) nell’arco delle tre esibizioni pubbliche è apparso senza dubbio un coro la “c” maiuscola, superando anche le difficoltà di brani contemporanei come Il coro delle malmaritate di Dallapiccola con una fusione e una fedeltà veramente notevoli. La tradizione di questa formazione (tecnica eccellente, sezioni vocali preparate) è stata rispettata ed i consensi unanimi – anche da parte degli avversari – alla conclusione della manifestazione sono stati la migliore testimonianza di merito.
Nei cori misti – la sezione più prestigiosa e attesa – alle spalle della “Marenzio” è stata classificata la “Vox Julia” di Ronchi dei Legionari diretta dal maestro Sonia Magris Sirsen. Al suo debutto al concorso ravennate (era la settima edizione), questo complesso ha debuttato una favorevole impressione per freschezza e fusione, meritando ampiamente la piazza d’onore. Terzi i “Cantori d’Assisi” diretti dal maestro Evangelista Niccolini, che hanno reso meno della fama con la quale erano preceduti; quarti, ex aequo, sono stati classificati la “Polifonica Arborense” diretta dal maestro Clemente Caria e l’”Ars Musica” di Gorizia diretta dal maestro Francesco Valentinsig. Chiude la fila la “Camerata Viterbese” diretta dal maestro Zeno Scipioni.
Il coro “Città di Thiene” diretto dal maestro Imer Barbieri, ha tatto centro al secondo tentativo nei “maschili”, ed anche in quest’occasione bisogna proprio dire che i giudici hanno scelto bene, senza suscitare polemiche, come spesso avviene nei concorsi. I vicentini sono stati i più regolari nelle due giornate di prove, mettendo in mostra una preparazione agguerrita e una tecnica consoli. data. Per il secondo anno consecutivo il coro “Monteverdi” di Ruda (Udine) diretto dal maestro Orlando Dipiazza ha ottenuto la poltrona d ‘onore confermando le annotazioni positive di dodici mesi fa, anche se un pensierino al successo l’avevano pur fatto. Ancora un terzo posto per i “Cantori d’Assisi” mentre al quarto è stato classificato il coro “Zumellese” Mel (Belluno) diretto dal maestro Nevio Stefanutti.
Nei cori femminili dopo la “Luca Marenzio” (deliziosa l’interpretazione delle Laudi alla Vergine Maria di Giuseppe Verdi) la commissione giudicatrice ha visto i “Cantori di Assisi” e di seguito la “Vox Julia” di Ronchi dei Legionari e chi dei Legionari e la “Polifonica Arborense” di Oristano.
La serata conclusiva all’Alighieri ha fatto registrare un’imponente affluenza di pubblico che ha apprezzato le esibizioni dei cori, scoppiando poi in un fragoroso applauso con richiesta – accordata – di bis nel concertone a corali riunite (più di trecento cantori) che per tradizione conclude la manifestazione. Il maestro Gianni Lazzari ha diretto con la consueta, impareggiabile maestria l ‘esecuzione di tre brani di Goudimel, Gastoldi e di Francesco Balilla Pratella (Ninna nanna). In quest’ultimo brano, cosi caro ai ravennati, la sapiente regia di Gaetano Ravaldini ha saputo creare un ‘atmosfera suggestiva e toccante.
Alla serata sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco Canosani, l’on. Giovanna Bosi, il dott. Scatassi dell’Enal nazionale, l ‘assessore comunale alla Cultura prof. Paola Patuelli.
Va quindi in archivio anche l’edizione 1978 di questa manifestazione che in Italia è una tappa obbligata del calendario polifonico e che la Polifonica di Ravenna, con la collaborazione del Comune, dell’Usci e dell’Enal provinciale, e degli enti turistici e il patrocinio della Regione, ha saputo allestire con la passione, l’entusiasmo e la cura di chi, dopo solo sei anni vede la propria “creatura” in grado di stare al passo con le più importati iniziative nazionali in questo settore musicale.
La Voce del Popolo, 3.2.1978. Il coro polifonico di Darfo (di F.B.)
Senza orgogliosa ostentazione (alla quale potrebbe essere tentato per il fatto di aver accumulato ormai una nutrita serie di importanti riconoscimenti internazionali), ma con una maturata coscienza professionale (sebbene i suoi componenti siano rimasti musicalmente dei dilettanti, nel senso migliore del termine), il coro polifonico “Luca Marenzio” di Darfo-Boario Terme si è presentato sere fa a San Francesco d’Assisi eseguendo per la Società dei concerti uno splendido programma, per metà volto alla rilettura di un repertorio madrigalistico di cui andò fiera l’Italia musicale dei secoli d’oro e per metà interessato al rifiorire ottocentesco della vocalità sacra.
Il maestro Lino Chiminelli, che il suo coro lo nutre di sana dottrina tecnica, con affetto evidentemente sviscerato, per la cura con cui vengono giustamente valorizzate tutte le componenti interpretative (distinzione di pronuncia, eleganza di fraseggio, impegno alla fedeltà dello stile, flessibilità al gioco delle parti, osservanza abbastanza stretta dei tracciati espressivi), ha dapprima manovrato, con intelligenza direttoriale, a cinque voci per un gruppo di madrigali di Luca Marenzio (Scaldav’il sol, Scendi dal paradiso, Vezzosi augelli, Ecco l’aurora), Claudio Monteverdi (Quell’augellin che canta, Ecco mormorar l’onde) e Girolamo Frescobaldi (Fortunata per me), riducendo poi l’organico a quattro voci femminili per O sacrum convivium di Tomas Luis de Victoria e le Laudi alla Vergine Maria di Giuseppe Verdi e a quattro voci miste per due mottetti di Anton Bruckner (Os justi e Christus factus est), uno di Giorgio Federico Ghedini (Ecce quomodo) e per un folclorico Canto alla sera di Zoltan Kodaly, correndo soltanto una volta l’alea del difficile contrappunto a otto voci di un Ave Maria di Baumann.
In fine di serata il coro ha siglato con un brano fuori programma di Dallapiccola il meritatissimo successo, rinfocolando l’entusiasmo del folto pubblico presente.
Giornale di Brescia, 27.1.1978. Un bellissimo concerto a San Francesco con l’eccellente “Coro di Darfo Boario” (di m.c.)
Una quarantina di voci, tra femminili e maschili, scelte con cura ed istruite con amore e profonda preparazione da Lino Chiminelli, formano il coro polifonico “Luca Marenzio” di Darfo-Boario Terme che da parecchi anni è attivo nel campo concertistico e in quello delle competizioni internazionali. Un coro che vince concorsi importanti e che viene ora invitato a rappresentare l’Italia al Festival corale di Atene, costituisce un caso eccezionale nel nostro dissestato Paese in tutt’altre faccende affaccendato. Quando poi si tenga conto del fatto che i componenti del complesso sono tutti dilettanti, lavoratori che dopo una giornata di fatiche si trovano di sera a cantare per la propria intima gioia di esprimersi insieme, in comunione d’arte, allora il «caso» va meditato.
A questo punto tocca come un dovere agli enti pubblici il compito di sostenere finanziariamente col massimo impegno una simile realtà che fa onore alla nostra provincia, al nostro Paese. Perché a sentir cantare il coro di Darfo, come ieri sera nella chiesa di S. Francesco d’Assisi, ci si rende conto degli altissimi traguardi raggiunti dopo anni di assiduo lavoro: intonazione, qualità levigata delle voci pur valligiane, equilibrio perfetto nell’arduo gioco della polifonia, impasti preziosi, raffinatezza di sfumature, infine convinzione fideistica nell’espressione musicale. Tutto ciò ed altro ancora si avverte nelle magnifiche esecuzioni di un programma tanto importante, quanto impegnativo. Tale programma scelto per il pubblico della Società dei concerti (la quale ha il notevole merito di aver invitato il complesso camuno) presentava una serie di 8 Madrigali a 5 voci nella prima parte, cioè 5 di gusto incomparabile del raffinatissimo nostro conterraneo Luca Marenzio, «il più dolce cigno d’Italia», due superbi di Claudio Monteverdi, un incanto, ed uno genialissimo di G. Frescobaldi.
Era una gioia dello spirito ascoltare la meraviglia di un’arte squisitamente italiana come quella del madrigale cinque-secentesco.
Nella seconda parte il religiosamente soave mottetto O sacrum convivium di Tomas Luis de Victoria seguito dalle bellissime Laudi alla Vergine Maria (su testo dal Paradiso di Dante) del Verdi ormai vecchio ma capace di stupire per la maestria armonica e gli oculati interventi contrappuntistici in un contesto di intensa sensibilità religiosa.
Di Anton Buckner abbiamo udito due delle Piccole composizioni sacre a 4 voci miste, la solenne Os Justi e Christus factus est, quest’ultima più drammatica e più spontanea nella elaborazione rispetto alla pagina precedente.
Indi un’Ave Maria a 8 voci miste di Baumann, armonicamente di una modernità molto ricca, con effetti di alto pregio e di difficile esecuzione. Non da meno, quanto a difficoltà, l’Ecce quomodo di Giorgio Federico Ghedini a 4 voci miste, di grande raffinatezza concettuale. Infine il semplice ma suggestivo Canto alla sera a 4 voci miste di Kodaly.
Un elogio incondizionato vada al maestro Lino Chiminelli per i risultati che ha saputo raggiungere con la sua direzione oculatissima e musicalissima.
Applausi vibranti dal numeroso pubblico, un bis con uno splendido Dallapiccola.
Giornale di Brescia, 19.11.1977. Successo del coro “Marenzio” (di ?)
Giorni fa il coro polifonico “Luca Marenzio” di Darfo Boario Terme, diretto dal maestro Lino Chiminelli, ha inaugurato la stagione 1977-1978 dell’Associazione culturale “Convergenze” di Bergamo.
Nel teatro delle Grazie si erano dati convegno alcuni intenditori e molti giovani che hanno potuto apprezzare il programma comprendente composizioni di Marenzio, Monteverdi, Novak, Verdi, Ghedini, Bruckner, Baumann, Dallapiccola e Kodaly.
Applausi convinti hanno salutato la perfetta esecuzione di ogni brano.
Fra i prossimi impegni del complesso figurano concerti a Pavia ed a Imperia; nel contempo si sta preparando la celebrazione del decennale della costituzione del Coro che coincide con il decennale della Città dl Darfo Boario Terme.
La Notte, 5.9.1977. Successo internazionale dei polifonici di Darfo (di ?)
I cori polifonici (femminile e misto) “Luca Marenzio” di Darfo Boario Terme, hanno conquistato rispettivamente un secondo e un quinto posto assoluti al concorso internazionale svoltosi in questi giorni ad Arezzo e intitolato a Guido Monaco. Il concorso aretino, giunto alla sua 25.a edizione, ha visto la partecipazione di quindici cori misti e di sette cori femminili. […]
Giornale di Brescia, 22.8.1976. Successo a Pontedilegno del coro Luca Marenzio (di Anna Bergonzelli)
Il Coro Luca Marenzio, diretto dal maestro Chiminelli, ha concluso ieri nella Parrocchiale le Serate musicali di Pontedilegno, coronando con il proprio la serie dei successi che quest’anno si sono puntualmente rinnovati ad ogni manifestazione del ciclo. Rimandando un bilancio definitivo delle Serate nel loro insieme, ci limitiamo a riferire qualche breve osservazione su quest’ultimo concerto, tutto imperniato su autentici capolavori della polifonia antica e moderna.
Dobbiamo innanzitutto dare atto al direttore Chiminelli di aver ottenuto risultati di rilevantissimo valore artistico, tanto più apprezzabili in quanto il suo complesso è formato da elementi non professionisti. Nonostante ciò è stato possibile ascoltare ed ammirare l’esatta e chiara dizione, l’emissione di voce calibratissima; l’intonazione che non esitiamo a definire quasi perfetta, la duttilità e prontezza al cenno del maestro. Ovviamente, tutto ciò sottintende, oltre alle buone doti, alla volontà e all’entusiasmo dei coristi, una severa preparazione filosofica e musicale in chi li guida, e di ciò il maestro Chiminelli ha dato ampia prova.
Del resto, il giudizio positivo trova confortante conferma in quello di autorevoli giurie di concorsi nazionali e internazionali, come il concorso “Guido Monaco” di Arezzo e quelli di Gorizia e Ravenna. Esso si rispecchia inoltre nell’attenta partecipazione e negli applausi entusiastici del pubblico di ieri sera che ha singolarmente gradito, nel vario programma, i brani di Luca Marenzio e il famoso Lasciatemi morire di Monteverdi, che sono apparsi i più congeniali al complesso; tra i moderni, il Coro delle Malmaritate di Dallapiccola e il Canto alla sera di Kodaly.
Accoglienza particolarmente calorosa ha avuto il brano Nessuno sa, del musicista bresciano Luigi Manenti, già direttore del Conservatorio di Brescia e compositore di vaglia; che, presente in sala, è stato salutato da molti applausi e da manifestazioni di stima.
Fano, 30.6.1975. La vera arte ha trionfato (di Lino Riberti)
Modernissimi congegni possono essere elusi da abili trafugatori d’opere d’arte, ma il prezioso ed in estimabile trittico di Fano resiste nel tempo.
Non è un Martini né un Duccio da Boninsegna, ma il trittico in questione è il 2.o incontro internazionale polifonico “Città di Fano”, svoltosi nei giorni 20-21-22 giugno.
Sono terminati i canti, ma non spente le eco; sono finiti i discorsi e le strette di mano, ma non i sentimenti che rimangono murati vivi nel cuore; sono stati riposti i materiali pubblicitari, ma non la loro suggestiva impressione.
Eco, cuore, suggestione: primo lato del trittico nel cui retro spicca un altro bellissimo disegno: eccellenza artistica, organizzazione, ospitalità e calore del pubblico.
Un cicerone “di giornata” illustra un quadro appoggiando il suo “pick-up” sul disco della memoria, ma in questo capolavoro d’arte, tinto di qualità artistica, organizzazione ed amicizia, è necessario porre un’analisi su tutti i particolari.
Prima di analizzare i punti cardine della manifestazione corale internazionale fanese è doveroso e necessario parlare del pubblico.
La tre serate hanno registrato un’affluenza complessiva di 4500 persone. Dividiamo pure per tre, se alcuni ci obiettassero l’iperbole, ma resta il fatto che ogni sera erano presenti 1.500 spettatori: platea composta da pubblico competente.
Chiedo venia per la mia. ignoranza nel non seguire costantemente le cronache d’arte e di spettacolo, ma mi risulta che manifestazioni capaci di comporre un auditorio
di 1.500 persone siano in Italia tanto ma tanto poche, checché ne dicano i pettegoli rotocalchi o vengano artefatte le immagini di fotografi “obbligati”.
L’analisi, il consuntivo dell’incontro potrebbe terminare qui, essendo il pubblico fattore ed indice vivo ed immediato della validità di qualsiasi manifestazione, ma un esame culturale, estetico non può dimenticare una tanta “cronaca d’arte”.
Riuscitissima si è rivelata la nuova ed interessante iniziativa culturale costituita dall’incontro-dibattito sul tema “Il coro oggi”. Tale rilevantissimo simposio culturale si è svolto nella “Sala dei Globi” della biblioteca Federiciana di Fano. l relatori presenti – maestri: Fosco Corti di Arezzo, Romano Pezzati di Firenze, P. Evangelista Nicolini di Assisi, H. Meyer-Kundt di Wolfsburg, Miroslav Kosler di Praga e Samuil Vidas hanno apportato il loro prezioso contributo di preparazione musicale e di esperienza specifica nella musica corale. Moderatore del dibattito è stato il prof. Franco Battistelli, direttore della biblioteca Federiciana, il quale si è accattivata la stima di tutti i relatori, grazie al suo impegno culturale ed alla serietà e cordialità che lo distinguono.
Rimanendo sul tema delle ma infestazioni collaterali all’incontro polifonico merita particolare menzione l’”incontro” tra tutti i cori tenuto a Carignano Terme, domenica 22. l saluti ufficiali presentati a tutti i coristi dal sindaco di Fano, Marzio Filippetti, dal presidente del coro polifonico malatestiano di Fano, ing. Olinto Petrucci e da uno dei coordinatori, ing. Giuseppe Romano, hanno preceduto la bella e cordiale festa creata da tutti i gruppi. Erano presenti e partecipi a tanta gioia anche il dott. V. Valentini , presidente dell’azienda di soggiorno di Fano ed il prof. E. Cicetti, assessore alle finanze e sport al comune di Fano.
Presenze, quelle degli amministratori e dirigenti di enti turistici, che hanno avallato e garantito il prosieguo di una imponente manifestazione culturale – orgoglio per Fano – cui non va però disgiunto il fattore turistico.
In precedenza, sabato 21, tutte le delegazioni dei cori erano state ricevute in municipio, ufficialmente salutate dal sindaco e dagli amministratori. Nell’occasione il dott. W. Schlimme, presidente della Wolfsburger Chorgemeinschaft, ha consegnato al coro polifonico malatestiano di Fano ed ai dirigenti e responsabili amministrativi e turistici della città di Fano, il “passaporto” per il viaggio che questi compiranno a Wolfsburg nel prossimo mese di ottobre.
Fulcro del festoso e cordiale raduno nel verde di Carignano è stato il canto d’assieme Cum cantu populorum unio, diretto dal prof. Paolo Petrucci, direttore del coro polifonico fanese.
Grande soddisfazione ha prodotto in tutti i presenti le sincere parole di elogio che il sindaco di Fano ha rivolto ai coristi del coro polifonico malatestiano, cui è stato demandato tutto l’apparato organizzativo e logistico dell’intera manifestazione: lavoro condotto con volontà, passione e scrupolosità.
Qualità delle esecuzioni. Il livello artistico dei cori presenti a Fano, i programmi presentati, l’eccellenza delle esecuzioni, sono valori da porsi su uno stesso piano e rifiutano soggettive graduatorie, dettate per lo più da caratteri coreografici che di contenuti, tanto l’incontro è stato capace di far esprimere i vari complessi corali nel genere a loro più congeniale: la polifonia.
La predilezione dei cori verso la polifonia non è eccipiente contingente per l’inserimento di questi nell’èlite del canto corale europeo, ma sostanza necessaria propria ad un coro che intende operare mirando allo sviluppo ed alla riconferma dei valori che su tale genere sono riposti.
Potevano sembrare – solo ad un orecchio non del tutto pronto – folcloristici i brani presentati dal coro bulgaro “Zelesni Struni” di Razgrad e da quello ceco “C.K.D.” di Praga, invece le esecuzioni proposte erano il fior di fiore dei grandi polifonisti balcani, slavi e moravi. l vari ?nolov, Morfov, Hristov, Hagiev, Eben, ?drin, Dvorak, Janacek sono i nostri rispettivi Palestrina, Monteverdi, Marenzio, Di Lasso, Gastoldi, Banchieri.
Lasciatemi morire ed Ecco mormorar l’onde di Monteverdi , brani proposti dal Coro polifonico “Luca Marenzio” di Darfo Boario (Bs), magistralmente eseguiti insieme al pentaedro marenziano, sono i punti cardine della riconosciuta e qualificata validità del coro lombardo diretto dal M.o Lino Chiminelli, direttore di coro invidiato, ammirato e richiesto da molte corali grazie alla innata capacità interpretativa ed alla tenacia pedagogica nel preparare e nell’aver fatto raggiungere alla corale bresciana in così breve tempo – è sorta nel 1968 – posizioni di eccellente rilievo tra i gruppi polifonici italiani, i migliori dei quali – ed il “Luca Marenzio” è posto tra questi – si possono contare sulle dita di una mano. Un musicista, il M.o Chiminelli, estremamente capace e sensibile.
l Mozart, i Beethoven, gli Schubert presentati dalla Wolfsburger Chorgemeinschaft hanno strappato l’applauso per la potente interpretazione offerta dalla corale di Wolffsburg, complesso capace di porre sentimento nei brani di Brahms, Arcadelt e Gluck. Trascinati dal deciso gesto del M.o Heinz Meyer-Kundt i biondi coristi di Wolfsburg hanno tradito la loro precisione e potenza inconfondibili.
“Angelorum chorus” si è dimostrato il coro “C.K.D.” di Praga. Sì, “angelorum chorus” e lo diciamo sinceramente ed il pubblico ci è concorde, poiché avessimo chiuso gli occhi ci sarebbe sembrato di udire voci mai ascoltate quaggiù, tanto vicine e proprie di un mondo lontano, ma sempre reperibile in noi in momenti cui solitudine e meditazione riescono a trovare spazio tra il dedalo materialistico che ci circonda.
Voci educatissime, bel colore, esemplare flessibilità: queste le caratteristiche dei cantori giunti dalle sponde della Moldava.
Sereno nei parchi gesti, signorile nella direzione, avaro di teatralità, padrone giusto ed impeccabile dei suo i cantori, il M.o Miroslav Kosler di Praga, è stato un’attrattiva tutta particolare.
Per i “Cantori di Assisi” si è trattato di una graditissima e azzeccatissima conferma. Parlare dei cantori umbri senza unire loro il direttore M.o P. E. Nicolini, significherebbe voler scindere una naturale simbiosi armonica punto essenziale dei successi riscossi in tutto il mondo . l “Cantori di Assisi” definiti come “il più bel carillon che si sia mai sentito” hanno riproposto al pubblico la loro cristallina “classe”: il discorso sull’opportunità di presentare a Fano i “negro-spirituals” – genere proposto dagli umbri – lo lascio ad altri più competenti, ma essendo quello di Fano un “incontro”, tale genere musicale si è mostrato anch’ esso latore di cultura (i confini li segnò Romolo) ed arte assieme.
Chi non ricorda le bellissime esecuzioni di musica d’avanguardia del compositore Romano Pezzati, proposte dal gruppo polifonico “F. Corradini” di Arezzo, tanto apprezzate ed applaudite dal pubblico lo scorso anno?
Si è verificato il fatto che il pubblico era indeciso se posare lo sguardo sul coro o sul maestro; ma era insufficiente seguire il direttore per comprendere e capire il dialogo armonico che le sue mani conducevano con i coristi. Un gesto in più avrebbe significato distogliere e troncare quella continuità che faceva del coro e del maestro un “tutto tondo”.
Lika prilika hanno cantato i simpatici coristi bulgari e non v’era altro motivo ed impostazione migliore. Lika prilika, cioè “ci rassomigliamo tanto”: costante umana dell’incontro.
l coristi del “Zelesni Struni” di Razgrad diretti da un preparatissimo maestro – e simpaticissimo per noi che l’abbiamo potuto conoscere da vicino e stimare quindi le sue doti umane e la spiccata personalità – il prof. Dimo Halacev, hanno confermato la fama e la rinomanza che li distingue come maestri del canto corale europeo.
Migliori e più significative delle mie parole circa l’eccellenza del canto corale bulgaro e sulla validità dell’incontro internazionale polifonico di Fano, sono quelle rilasciate dal M.o prof. Samouil Vidas, docente di direzione corale al conservatorio di stato di Sofia, presente a Fano in veste di relatore per il suo paese: «Siamo venuti a Fano perché riteniamo che questa manifestazione sia ad un livello molto alto. D’altra parte è questa un’occasione che ci consente di confrontarci anche con altri cori italiani e stranieri e per mostrare il livello raggiunto dall’arte corale bulgara. A Fano – seguita il sensibilissimo e cordialissimo M.o Vidas – abbiamo avuto la possibilità di conoscere il calore del pubblico italiano ed apprezzare la sua straordinaria competenza. Ed è anche per questo che veniamo in Italia sempre molto volentieri. Ed anche questa volta il pubblico di Fano ha dimostrato di apprezzare le capacità canore del nostro coro “Zelesni Struni” di Razgrad».
Giornale di Brescia, 27.9.1974. Quattro premi a Gorizia per il coro “L. Marenzio” (di e.g.)
Al tredicesimo Concorso internazionale di canto corale “Cesare Augusto Seghizzi” di Gorizia, una manifestazione che trova appoggio e possibilità di ulteriori svolgimenti nella ricca tradizione corale dell’area veneto-giuliana, i complessi italiani hanno dovuto fare i conti con la maggiore preparazione di cori stranieri molto qualificati come il “Vox maris” di Costanza (Romania), che prima di aprire lo scrigno del canto popolare, si è impegnato in una sottile, preziosa esecuzione del Agnus Dei di Giuseppe Radole, brano d’obbligo per le voci femminili. Notevolissime anche le realizzazioni di pagine di Bartok e Kodaly offerte dal coro Veszprem (Ungheria), mentre la presenza italiana è stata onorevolmente difesa dal coro polifonico “Luca Marenzio” di Darfo Boario (Brescia), diretto dal giovane maestro Lino Chiminelli.
Il complesso è stato fondato nel 1968, affermandosi ben presto in varie rassegne nazionali e internazionali. Ora a Gorizia – miglior coro italiano – ha ottenuto nella categoria polifonica il terzo premio per i cori a voci femminili e il quarto premio per i cori a voci miste. In programma figurano fra l’altro due pregevoli pagine del compositore bresciano Luigi Manenti: La viola del 1960 e Nessuno sa del 1971.
Nella categoria folklore il coro “Luca Marenzio” di Darfo Boario si è poi classificato secondo per i cori a voci femminili. Inoltre il complesso diretto da Lino Chiminelli ha ottenuto il Premio “Ricciotti Giollo” per il miglior coro italiano.
La città di Gorizia, centro di un’antica cultura plurinazionale, ha organizzato il concorso “C.A. Seghizzi” con molta cura. Le due giurie, presiedute dal maestro Pio Capponi e da Cecilia Seghizzi, erano composte dagli italiani Vito Levi, Piero Pezzè e Giacomo Bellucci, dal tedesco Robert Pappert, dal cecoslovacco Miroslav Kosler, dall’ungherese Tibor Szabo e dal bulgaro Samouil Vidas.
Giornale di Brescia, 29.3.1974. Affascinante serata musicale con il coro “Luca Marenzio” (di f. b.)
Nella serata di’ commiato della Società dei concerti dal suo pubblico per la stagione 1973-74, serata che ha avuto luogo ieri al teatro Grande nel clima della più fine aristocrazia musicale, grazie ad un programma interessato in prevalenza all’arte madrigalistica del Cinquecento, si è ascoltato con raro diletto il Coro polifonico “Luca Marenzio” di Darfo, arrivato alla maggiore ribalta concertistica da camera cittadina dopo una apprezzata attività in provincia (di una sua esibizione a Rovato ne scrivemmo qualche tempo addietro) e in centri regionali limitrofi, e soprattutto dopo le belle affermazioni riportate in vari concorsi nazionali ed internazionali.
Ciò che di primo acchito lo qualifica è l’ottima qualità delle voci, di tutte le voci, femminili e maschili, quantunque si possa preferire il settore delle donne per la lucentezza del suono e la morbidezza degli impasti.
E anche per una più evidente precisione tecnica. Infatti i due brillanti canoni burleschi di Giovanni Battista Martini, i due madrigali italiani dell’ungherese Zoltan Kodaly (Chi d’amor sente e La caiba) e la fresca canzone La viola del bresciano Luigi Manenti, in cui l’intreccio delle linee melodiche è affidato soltanto a contralti e soprano divisi, hanno fruito di una esecuzione vocalmente ineccepibile, nella intonazione come nelle sottolineature coloristico-espressive.
Ma il programma poggiava su ben altre basi polifoniche, che hanno chiamato in causa, via via, Palestrina, Marenzio, Gesualdo e Monteverdi, come dire i maestri insuperati della musica italiana rinascimentale: autori tutti che pongono seri problemi di esegesi. Ad essi vanno poi aggiunti Arcadelt, Ferrabosco, Weelkes e Pari, ad arricchimento di una lunga collana di brani, in parte infilata da madrigali a 4 e 5 voci miste (ivi compresi i mirabili quanto ardui Lasciatemi morire e Ecco mormorar l’onde del grande Claudio di Cremona) e in parte dai palestriniani Missa brevis, Super flumina Babylonis e Sicut cervus.
Testi così musicalmente ed emotivamente densi esigono indubbiamente oltre ad un acuto senso stilistico una ferma fiducia nei propri mezzi interpretativi; fiducia che per quanto riguarda il nostro coro non è davvero male riposta, anche se converrebbe forse temperarla con una saggia moderazione.
Il maestro Lino Chiminelli, che del “Luca Marenzio” è l’elemento propulsore, attentissimo e puntuale a suggerire un’entrata, ad infondere calore, a modulare una frase, a cogliere un respiro, a pretendere un rallentando mediante un gesto giustamente infervorato, non ricorrendo a prudenti limitazioni programmatiche ha però concesso al pubblico, purtroppo assai scarso (ci duole rilevarlo per i bravi coristi che si meritavano un teatro affollato), di godere più a lungo della musicalissima serata, conclusasi tra vibranti applausi.
Giornale di Brescia, 11.12.1973. Alle Grazie un coro nei capolavori del XVI secolo (di m.c.)
L’annunciato autunno musicale bresciano ha preso il via domenica pomeriggio nella Basilica delle Grazie con il 1.o dei tre concerti conversazione organizzati dal Comune, e più precisamente dall’Ufficio attività culturali (molto opportunamente istituito da pochi mesi e già promettente per l’efficienza dimostrata), in collaborazione con il Festival internazionale e il Conservatorio d musica di Brescia.
Scopo precipuo è di offrire soprattutto ai giovani dei programmi organizzati, fondati su un tema preciso, con l’aiuto di note critiche e illustrazioni essenziali.
Ieri, ad esempio, il coro polifonico “Luca Marenzio” di Darfo, istruito e diretto da Lino Chiminelli, è stato invitato ad interpretare musiche di autori che rappresentano l’arte del XVI secolo, giustamente includendovi anche Michele Pesenti e Josquin Desprèz benché le loro date siano rispettivamente 1475-1521, 1440-1521?.
Di conseguenza l’attenzione doveva concentrarsi sulla polifonia vocale, sacra e profana, del secolo XVI, sulle due grandi Scuole musicali del tempo, la Romana (il cui nome più rappresentativo è il Palestrina) e la Veneziana (cui si riferiscono tutti i musicisti dell’Italia settentrionale); doveva concentrarsi sul Mottetto e sul Madrigale, con qualche esemplificazione anche per un’altra delle forme profane, la canzonetta. Così abbiamo assistito ad una sfilata di nomi del più alto prestigio, da Arcadelt a Orlando di · Lasso, dal nostro sublime Marenzio al citato Palestrina, da Gesualdo da Venosa al Banchieri, allo stesso Monteverdi a Claudio Pari. Una sfilata di capolavori incommensurabili eseguiti con arte e · sensibilità e preparazione più che ragguardevoli ed in parecchie pagine con risultati di indiscutibile pregio dal coro “Luca Marenzio” guidato dal bravissimo Lino Chiminelli. Di questo complesso, che si fa sempre più onore e che allarga sempre più il campo d’azione, meritatamente, avremo occasione di riparlare quando si presenterà alla Società dei Concerti. Da notare, a credito dell’organizzazione, che il programma distribuito oltre ad una nota illustrativa recava anche la novità di una bibliografia essenziale. Il direttore del Conservatorio, maestro Alessandro Ciccognini, ha preso la parola per una esauriente e sentita premessa all’ottima iniziativa. Il pubblico, formato da molti giovani e da una arte di meno giovani, ha applaudito vivamente le singole esecuzioni.
Il Resto del Carlino, 17.9.1973. Le corali di Darfo e di Subiaco laureate al concorso polifonico (di Eudoro Maramotti)
Il concorso nazionale delle corali polifoniche ha trovato nella nostra città una sede accogliente e sensibile. Nato a Ravenna lo scorso anno, su iniziativa dell’”Associazione Polifonica” e con l’apporto decisivo degli enti locali, vi ha concluso domenica scorsa la seconda edizione con indubbio successo, determinato da diversi fattori positivi. Prima di tutto, la partecipazione di 14 corali provenienti da varie parti d’Italia; poi il suo svolgimento nei giorni dell’annuale di Dante, che le corali ospiti hanno contribuito a celebrare durante la cerimonia religiosa in San Francesco e a concludere domenica sera al Teatro Alighieri, dinnanzi ad un pubblico foltissimo; infine, l’incentivo che queste competizioni rappresentano allo studio e all’affinamento di gruppi vocali formati da appassionati dilettanti, cosa che implica l’importanza di un miglioramento dell’educazione musicale.
A questo proposito, il maestro Adone Zecchi, presidente dell’USCI (Unione società corali italiane), alla quale i gruppi sono affiliati, ci ha dichiarato che il livello artistico dello scorso è apparso, in questo concorso, nettamente superato. Analogo parere ha espresso il presidente della giuria, maestro mons. Lavinio Virgili.
Il lavoro della commissione giudicatrice non dev’essere stato facile. Le corali che hanno partecipato al concorso avevano tutte compiuto un puntiglioso lavoro di preparazione. A volte, la precedenza in graduatoria di una piuttosto che di un’altra è dipeso da sfumature, da elementi positivi controbilanciati, in altre corali, da altri elementi egualmente positivi, e dunque da soppesare. Si è persino verificato che certi gruppi abbiano dato risultati completamente diversi e più brillanti in presenza del pubblico, che a teatro vuoto durante le prove d’esame.
Un punto incontestabile, comunque, è l’assegnazione del primo premio al coro polifonico misto (voci maschili e femminili) “Darfo-Boario” di Boario Montecchio, il quale si è aggiudicato l’ambito riconoscimento con eccellenti esecuzioni, oltre che dei pezzi d’obbligo, del madrigale a 5 voci Ecco mormorar l’onde di Claudio Monteverdi e del Lamento d’Arianna di Pari, eseguiti pubblicamente ed alla cui complessa polifonica il maestro Lino Chiminelli ha saputo dare chiaro ed espressivo risalto.
Poiché le corali miste potevano anche partecipare al concorso con le sole sezioni maschili o femminili, il coro polifonico “Darfo-Boario” ha ottenuto il secondo premio per la sezione femminile, il che rappresenta un’ulteriore, importante conferma del livello raggiunto.
La graduatoria dei cori misti, che sono come il perno attorno al quale ruotano le altre sezioni, continua con un’altra ottima e numerosa corale: la “Gottardo Tomat” di Spilimbergo, diretta da Olinto Contardo, che si è classificata seconda sia per i cori misti, che per i canti popolari (sezione quarta); il terzo premio è stato assegnato alla “Polifonica Arborense” di Oristano (Sardegna) diretta da Clemente Caria e brillantemente affermatasi poi con la sezione femminile, che ha ottenuto il primo premio; il quarto premio, l’ha conquistato la corale “Città di Subiaco”, diretta da Fernando Stefanucci e vincitrice del primo premio della quarta categoria (canti popolari); il quinto, alla “Corale Euridice” di Bologna, diretta da Bruno Zagni, classificatasi terza con la sezione femminile; il sesto, ai “Cantori della Concattedrale” di Taranto, diretti da Riccardo Saracino, che hanno ottenuto il quinto premio per i canti popolari; il settimo, al coro “Campodonico” di Genova, diretto da Luigi Porro, che ha ricevuto il quinto premio per la sezione femminile; l’ottavo, alla corale “F. Vittadini” di Pavia, diretta da Augusto Pesci e sesta anche nella graduatoria dei canti popolari.
Per le corali soltanto maschili, il primo premio non è stato assegnato. Ha ricevuto il secondo il coro “ICAT” di Treviglio, diretto da Paolo Bittante, e il terzo, a pari merito, il coro “Mediolanum” di Milano, diretto da Luciano Trovati, e la corale “G. Rossini” di Modena, diretta da Salvatore Silvestro. Un diploma di partecipazione è stato rilasciato al coro “Rondinella” di Padova, diretto da Diana Morello Cecchetto, per i canti popolari.
Nella serata finale, dopo il concerto, ha avuto luogo la premiazione da parte delle autorità locali e dalla commissione giudicatrice. Moltissimi i premi distribuiti: medaglie d’oro, vermeil, d’argento, diplomi, somme in denaro da 100 mila a 250 mila lire.
Le corali incluse nelle graduatoria finale, dapprima per sezione, poi insieme, hanno cantato sotto la direzione del maestro Adone Zecchi, e la serata, e con essa il concorso, si è conclusa con un calorosissimo successo.
I tre concerti cui il secondo concorso nazionale Corali polifoniche ha dato luogo, hanno avuta la presentazione della concittadina Vanda Gaddoni e della notissima Aba Cercato. Regista Gaetano Ravaldini.
L’Eco di Bergamo, 6.9.1973. Il Coro Polifonico di Darfo. Successi sempre più validi (di f. b.)
E’ rientrato da Arezzo il Coro polifonico di Darfo-Boario […] dove ha partecipato con lusinghieri risultati al XXI Concorso polifonico internazionale […] il 6° posto assoluto, traguardo già importante, non mette pienamente in risalto il valore dei coristi. Infatti, nelle prove eliminatorie che vertevano sull’esecuzione di brani polifonici prettamente rinascimentali, il gruppo corale darfense si classificava con un giudizio brillantissimo della giuria […]. Inoltre […] ha partecipato anche alla competizione di 3ª categoria riservata ai cori femminili, classificandosi, con pieno merito, al 3° posto assoluto. Sia nell’una che nell’altra categoria il coro è risultato primo tra gli italiani.
Qualcuno si chiederà come mai un complesso italiano non riesca ad imporsi in un concorso così severo come risulta essere quello di Arezzo. Le cause possono essere molteplici; fra queste determinante è la preparazione musicale di base che la scuola italiana non impartisce.
Le rare iniziative che nascono dal coraggio e dalla passione di pochi individui sono mortificate dalle insuperabili difficoltà di ordine finanziario ed organizzativo, anche se ufficialmente esistono organismi preposti alla salvaguardia di iniziative culturali.
Tale situazione non trova riscontro negli altri Paesi dove l’istruzione musicale è impartita con serietà e perseveranza, e dove le iniziative sono sollecitate e sostenute […]. Data la situazione sono da ammirare i traguardi conseguiti e l’impegno dei singoli componenti il coro di Darfo-Boario Terme […].
XXI Concorso polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo”, 23.8.1973. Giudizio della Giuria
Coro di eccellenti qualità. Belle voci, buona scuola, preparazione cosciente ed accurata. I.o pezzo: giusta dizione polifonica e stile irreprensibile che non manca di un giusto calore sentimentale senza mai trascendere. Ottima esecuzione. II.o pezzo: esecuzione commossa ed accuratissima del capolavoro di Monteverdi. Voci gradevolissime e ben equilibrate da un direttore sensibile e preparato. Intonazione perfetta. Ammesso alla competizione finale. Le linee contrappuntistiche sono chiare e ben contrastate.